Battito

Feb. 12th, 2020 11:17 pm
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Cow-t 10, settimana 2, M2 Prompt: Battito Fandom: Harry Potter Numero Parole: 4295

Il momento era arrivato. Severus sentiva l’aspettativa a mille. Il suo cuore non avrebbe retto, sentiva il battito in gola,  nonostante l’espressione impassibile. Aveva fatto entrare Hermione nei suoi quartieri personali, ma non era certo come quando aveva fatto entrare Draco, Harry o Elladora. Hermione era lì, vicino a lui che contemplava i suoi libri, ancora con il vestito del ballo che le donava come non mai. Ma magari avrebbe vouto fare altro. Ma lui...si strinse il pugno al petto pensando che non era ancora pronto a farsi vedere da Hermione. Non era pronto ad avere..un’initmità. La voleva, la desiderava terribilmente ma voleva che quei momenti fra loro, così ...puri, rimanessero tali per un altro po’. voleva conoscerla meglio da che erano finalmente due pari e prendere la confidenza necessaria per...mostrarsi a lei, nella sua bruttezza e nella sua inesperienza.  Ma Hermione aveva forse altri piani?

 Hermione si diresse verso il mago che ,compunto e dritto come un fuso, guardava fuori dalla finestra con sguardo vacuo, le labbra una serrata linea sottile.

“Severus, perchè...mi cacci?” lui si girò come se l’avesse colpito in faccia.

“Cosa?” l’esclamazione basita seguì l’espressione. 

“Vedo che c’è qualcosa che non va e invece di...parlarne, ti chiudi nel tuo solito mutismo.” si avvicinò a lui, guardandolo con tutto l’amore che provava. “Bada, non mi sto lamentando, vorrei solo sapere cosa ho fatto di sbagliato per farti arrabbiare così. Mi sembrava di aver passato una bella giornata.” 

Lui rimase senza fiato per un attimo. Lei? Cosa aveva fatto di sbagliato lei? “No, no Hemrione tu non c’entri nulla…” le appoggiò entrambe le mani sulle spalle, piegando la testa per non farsi vedere. Stava arrossendo come uno scolaretto. Idiota. Sentì le dita fresche e gentili di Hermione sulle sue guance paonazze e si lasciò si guidare verso di lei. Incontrò il suo sorriso, ma scorse la sua preoccupazione. Non poteva, non voleva farla stare così. 

“Hermione, io…” fece uno sforzo immane per forzarsi a parlare, quasi pensò che Nagini l’avesse morso di nuovo. “Io...non sono abituato a tutto questo.” 

Che spiegazione era? Benedetto Salazar, non mi fregio di essere un eloquente mago? Distolse nuovamente lo sguardo, sempre più paonazzo. “Non ho idea di cosa fare o non fare.”  si lasciò sfuggire prima di richiudersi in un mutismo non voluto. Avrebbe voluto spiegarsi, avrebbe voluto farle capire...ma sarebbe rimasta comunque al suo fianco? Hermione, dapprima assolutamente senza indizi, realizzò d’un tratto cosa stava succedendo. E io sarei la strega più brillante della mia generazione? Cretina. Sentiva il cuore in gola, il battito impazzito mentre cercava di arginare i danni.

Severus stava per riprendere a parlare, un’espressione addolorata sul suo viso che solo da un paio d’anni, il tempo necessario per fare fiorire la loro inaspettata relazione, aveva ripreso il colore di una persona non prossima alla morte. Velocemente lo zittì, un dito sulle labbra pallide sottili come era solito fare lu con lei. “No, Severus...ho capito. Sono o non sono la tua so-tutto-io?” provò a stemperare la tensione, sorridendo e lo sguardò intenerito dello strano e complicato uomo che amava la spinse ad andare avanti. “Non voglio essere presuntuosa, voglio solo provare a capire se ciò che ti preoccupa è che a volte...non hai la minima idea di come funzioni una relazione. E questo ti imbarazza, probabilmente, perchè trovi che dato che fra i due sei tu “l’uomo” e anche più grande dovresti...saperlo?” concluse il suo ragionamento in maniera interrogativa, dangogli la possibilità di aggiustare il tiro. Lo sguardo basito del mago e l’allentarsi della sua presa sui suoi fianchi le fecero capire che ci aveva preso in pieno. Continuò, affrettandosi a rassicurarlo. “Sai vero che questo non è un problema, per me? Vorrei solo che lo affrontassimo...insieme?” chiese speranzosa mentre gli accarezzava una mano, che aveva preso fra le sue. Lui le con l’altra le accarezzò il viso e lei si abbandonò dolcemente alla presa. “Hermione, come può non disturbarti il fatto che io, un uomo di vent’anni più grande di te, non abbia assolutamente idea di come gestire una relazione?” il tono della domanda risultava vagamente incredulo. La sua paura di dimostrarsi un patetico disperato come lo era stato con Lily Evans era ormai senza controllo. Un conto era organizzare per loro un paio di piacevoli incontri, anche romantici, non era così sprovedduto, un altro era gestire una relazione su basi giornaliere, gestendo emozioni e scendendo a compromessi. Non voleva dimostrarsi un povero pazzo assetato d’amore. Ma probabilmente lo era. Non aveva ancora dato un nome ai suoi sentimenti e non voleva farlo. PEr ora. Il flusso di pensieri e paure non trapelarono dal suo silenzio, nell’attesa di sentire la risposta di Hermione che in realtà era già stava già parlando, di nuovo le sue piccole mani fresche sul suo volto quasi sicuramente paonazzo. 

“Severus, sei un uomo che negli ultimi vent’anni ha vissuto una vita di rischi, pericoli e...depressione.” la parola aleggiava ancora fra loro come un tabù, ma era la realtà. “Non hai voluto, o non hai potuto, voler ricevere e dare amore a nessuno. E non posso e non voglio farti una colpa per questo. Non mi interessa, non mi importa e credo che sia solo una stupida convenzione sociale il fatto che siccome tu sia un uomo allora debba essere “esperto.” Noi siamo noi.” lo guardò con intensità e fu quello sguardo che stava riempiendo tutte le crepe del suo cuore, giorno dopo giorno, che lo convinse che stava dicendo la verità. Avrebbe voluto esprimere anche lui i suoi sentimenti, le sue paure, come faceva Hermione. Ed era lì, ancora una volta, la spontaneità dei suoi vent’anni a contrasto con l’ermeticità dei suoi sofferti quaranta. Ma la ragazza non gli diede tempo di perdersi in ulteriori pensieri, proseguendo imperterrita. “Anche solo il fatto di esserci avvicinati è stato al di fuori di ogni aspettativa, no? “Una singolarità casistica pari alla glaciazione dell’inferno” citò testuale le sue parole di qualche tempo prima “eppure siamo qui. E per quanto tu abbia dimostrato quanto sia in grado di essere capace di gesti che non avrei mai neanche pensato di ricevere in vita mia, non mi aspettavo certo che sarebbero state solo rose e fiori. Non è così che funziona una relazione sana.”

“Io non ho idea neanche di come funzioni una relazione Hermione” sibilò Severus quasi disperato. “Ho giocato a fare il cavaliere e poi non sono neanche capace di farti capire che NON è colpa tua se a volte ti eslcudo?” si rimproverò. 

“Non ho mai pensato che tu sia un uomo semplice e di certo non hai mai giocato con me. Non ho intenzione di cambiarti Severus. E’ essere così che mi ha fatto avvicinare a te.”

“Ma invero tu mi hai cambiato molto più di quanto io credevo fosse possibile, specialmente dopo una vita come la mia.” rincarò lui, accarezzandole dolcemente una ciocca. Era un patetico sedicenne nel corpo di un vecchio e brutto mago e lei era una saggia strega con le fattezze di una bellissima donna.  

“E tu me. Cosa credi? Che questi anni non mi abbiano formato?”

“Hai decisamente più esperienza in questo però.” alludeva ovviamente a Ron. Forse anche al tedesco nerboruto, non lo sapeva più neanche lui.

“Solo marginalmente. Non ho mai costruito niente con Ron. Non potevo avere nemmeno una conversazione così profonda con lui. Merlino sa quanto gli voglio bene, ma davvero Severus, tutto ciò che abbiamo superato? Cos’è se non una relazione concreta?”

Lui scattò subito, agitato. “Ma è ora Hermione, è proprio ora che va tutto...bene, che i problemi sembrano moltiplicarsi.” si passò una mano sul viso, esausto. Voleva solo renderla felice, ma come poteva trovare un equilibrio fra il suo essere l’equivalente di un adolescente in amore e un uomo adulto e provato con dei muri di protezione alti quanto il castello in cui si trovavano? 

La giovane lo guardò con amore misto a preoccupazione. Cosa poteva fare per evitare che lui si torturasse così? Sentiva il conflitto dei suoi pensieri senza neanche usare l’Occlumanzia. Lo guidò sul divano dietro di loro, invitandolo a sedere. Il mago, sovrappensiero, si lasciò guidare e senza rendersene conto si ritrovò semisdraiato fra le braccia di Hermione, che seduta sull’angolo del divano l’aveva fatto adagiare iin parte su di sè. Si sentiva inerme e la sensazione non gli piaceva neanche un po’, ma il profumo della donna che amava e la dolcezza del suo abbraccio sovrastavano il suo disconforto. Si rilassò, per un attimo. “Severus” ricominciò lei, pazientemente ma senza accondiscendenza nella voce, mentre gli accarezzava il petto. Sapeva di rischiare molto in quella posizione, ma voleva dimostrare un punto. “neanche io so bene a volte cosa fare. Non so cosa fare per evitare che tu possa chiuderti in questo vortice di dubbi. O cosa posso o non posso fare per non superare i tuoi limiti. Vado a tentativi, come ben vedi. Era da tempo che avrei voluto tenerti così, fra le mie braccia e non mi sono mai azzardata a farlo.” lo sentì irrigidirsi sotto il suo tocco, ma proseguì. “A volte ho ancora paura che tu possa vedermi come una ragazzina, una scema romantica che ha un’idea di te distorta e idealizzata, cosa che sottolino, non è vera. E a volte mi freno dal fare cose che mi potrebbero...rendere ridicola davanti a te. Tipo questa.” si ritrovò a posargli un casto bacio sulla fronte, dalla sua posizione sollevata rispetto a lui, ancora adagiato fra le sue braccia. Si aspettò di essere respinta, ma si ritrovò la sua mano affusolata fra i capelli ad accarezzarle la nuca. Con la coda dell’occhio lo vide sorridere rilassato e sentì il suo cuore riempirsi di gioia. “Hermione” la voce bassa era ammorbidita, il suo corpo finalmente sembrò distendersi e si azzardò addirittura a mettersi più comodo, entrambe le gambe distese sul divano verde. “Non devi sentirti così. Tu sei libera di dirmi tutto ciò che vuoi e dimostrarmi affetto come più ti aggrada. Sono io quello incapace nel dimostrarlo, non tu. Non vorrei mai che tu possa sentirti in difetto in questo frangente, perchè non potresti mai esserlo.”

“E lo stesso vale per te. Vorrei davvero che tu potessi sentirti libero di esprimere ciò che provi. O che senti. E non parlo solo del tuo affetto, perchè ti assicuro che lo vedo in ogni piccola cosa, ma parlo di quando ti senti...smarrito. Se non capisci qualcosa. Se non sei sicuro di come agire.”

Lui la sorprese, guardandola così al contrario, le diede un piccolo buffetto sul naso col dito. “Perchè ti piace l’idea di potermi insegnare qualcosa eh?” Stava scherzando? Lui?

Hermione non potè reprimere la risata allegra vedendo il sorriso disteso sulle labbra del suo amato mago. “Ti dirò...un po’ sì.” si fece seria, di nuovo. “In realtà...non è così lontano dalla realtà. Probabilmente è anche per questo che la situazione non mi pesa per niente.” cominciò ad accarezzargli i capelli “In fondo...tu sei così esperto in...tutto. Sei un mago potente, sai tantissime cose più di me, questa cosa mi piace ma mi frustra a volte non poco, hai vissuto molte più esperienze e cose di me. A volte mi riesce difficile capire anche solo come sono riuscita a risultare interessante ai tuoi occhi a passare dall’essere una tua pestifera alunna a...questo.” e con il braccio libero, indicò loro due in quella tenera e singolare posizione, lei all’angolo del divano che teneva fra le sue braccia nientemeno che Severus Snape che però, alla sua affermazione si sollevò per poi prenderla fra le sue braccia. “Hermione, non pensarlo neanche.” era particolarmente veemente e la ragazza pensò che il suo discorso poteva aver fatto breccia, almeno un minimo. “Non avevo idea che potessi sentirti anche tu così. Sei sempre stata così sicura di te e dei tuoi intenti, in maniera così inequivocabile che non avevo mai considerato che anche tu potessi pensare certe cose…” le accarezzò i capelli dolcemente. “So di essere un uomo difficile. E in questo frangente mi sento ancora più inadeguato… Ma mai, mai Hermione devi pensare che tu non sia libera di esprimerti con me. Sei una strega meravigliosa e la tua spontaneità e la gioia di vivere mi hanno tirato fuori sentimenti che non pensavo di possedere. Ti prometto che… Cercherò di essere più...espansivo. E non per farti contenta, sia chiaro, sai bene che non ne sarei capace...è che vorrei davvero...lasciamri andare con te. Nelle mie intenzioni e nei miei pensieri. Non l'ho mai fatto, per tutta la vita e… beh, sto provando a dare alla vita un'altra possibilità. E nel caso in cui ci sarà qualcosa che troverò assurdo… insegnami a capire. Sarò un devoto alunno.” concluse cercando di allentare la situazione, la sua fronte a contatto con quella di Hermione. 

Lei annuì sorridendo “Quanto devoto?” chiese allacciando le sue mani dietro al suo collo, la voce suadente. “Ecco, anche in quel frangente Hermione…” ingoiò il suo orgoglio definitivamente, deciso a dare prova della sua buona volontà. “Non dico che io possa essere un’esca per unicorni… Ma quasi.” sussurrò quasi impercettibilmente la fine della frase.

Lei si staccò da lui e lo guardò un attimo vacuamente prima di realizzare cosa stava implicando. “Beh… potrei dire la stessa cosa.” ammise con un po’ di imbarazzo dopo aver compreso. Lui la guardò stranito, ma non disse nulla. “Non penso di aver ancora conosciuto il significato di una vita di coppia appagante” ammise coprendosi il volto. Perché stava arrossendo come una ragazzina?

Si sentì abbracciare nuovamente “E allora vorrà dire che dovremo cercare insieme quel significato. Con i nostri tempi e i nostri modi Hermione… E che le convenzioni sociali siano dannate.”

Lei annuì sorridendo, prima di baciarlo con passione. Avevano finalmente un momento di pace e non c'era bisogno di affrettare nulla nella loro relazione. Erano sicuramente fuori da ogni schema, singolari, anacronistici e decisamente inaspettati...ma erano loro. Insieme.

Avevano scampato la morte, cambiamenti drastici nelle loro vite già complicate, la distanza...eppure erano lì, in piedi. O meglio comodamente seduti sul suo divano. non voleva affrettare nulla fra loro. 

Gli accarezzo nuovamente il viso, e ancora una volta si compiacque di come il suo aspetto fosse finalmente quello di una persona...felice.

“Lezione uno, Mr Snape…” esordì con un tono compunto che fece sollevare un sopracciglio al suo scorbutico mago che in quel momento la guardava con un’espressione divertita. “...vuoi dirmi che cosa è successo stasera per farti...sentire così?” pregò in aramaico di non essersi spinta troppo in là, ma Snape la sorprese, sollevandola e mettendola senza troppa difficoltà in braccio a lui sul divano. Lei urlò per un attimo dalla sorpresa, ma poi sorrise beata mentre si appoggiava a lui, giocherellando con uno dei suoi bottoni. 

“L’aspettativa di.. questo momento. E’ che sei tutto ciò che ho sempre voluto, che non sapevo di volere, e ora so che non voglio..rovinare tutto. Per Merlino Hermione, mi si è fermato il battito del cuore almeno tre volte nell’ultima ora...” per la prima volta si sentì libero di potersi fidare ed esprimere ciò che provava. Non si rese conto che nel mentre accarezzava sulla schiena senza accorgersene una deliziata Hermione, che finalmente godeva di quelle dimostrazioni d’affetto tanto anelate.

“Se vuoi proprio saperlo Severus...anche il mio.”

Si baciarono a lungo per poi guardarsi intensamente. Con molto coraggio si alzarono dal divano dopo uno scambio di effusioni più che esaustivo.

 E fu allora che la giovane maga si rese conto della situazione.

Hermione l’aveva visto nelle peggiori condizioni possibile. L’aveva visto ferito, debole, malato...incapace di muoversi e dipendente da lei per quasi tutto per molti mesi. 

Eppure ora mentre entrava nella camera da letto situata dopo l’anticamera con il salotto...si sentì estremamente in imbarazzo. Era un uomo che aveva vissuto la sua intera vita schivando il prossimo e non sapeva come uscirne. Solo sapere che anche Hermione is sentiva leggermente in imbarzzo lo rincuorava, lei che solitamente non ne provava.

Lei trasfigurò un pigiama che ricordava molto quello che portava a Spinner’s End. Sorrise. “In vena di ricordi?”

“Ahahah, credo di averlo trasfigurato senza pensarci ed è uscito quello..sì..ripensavo a Spinner’s End.”

Lui si sedette sul letto, snodando il fazzoletto da collo. Lei lo iutò, accarezzandoghli i capelli mentre rimaneva in piedi fra le sue gambe. quel gesto intimo, controllargli la ferita.. era mesi che non lo faceva. “Fa sempre male uguale?”

“Ormai ci convivo…”

“Dovremmo trovare un modo per liberartene del tutto…”

“Al momento ho altir progetti..”

“Beh allora questo è sulla lista appena finito ciò di cui ti stai occupando ora. me lo prometit? Inoltre, mi manca lavorare con te.”

“Vorresti riprendere a fare pozioni?”

“Perchè no? Mi piace. E scommetto che manca anche a te.”

“Vero. Ti prometto che appena avrò tempo ricominceremo..e cercheremo di trovare una soluzuione..sarà divertente, almeno.” consluse mentre lei aveva cominciato a spalmargli la crema sul collo, sul petto superiore e sulle cicatrici diramate causate dal veleno. 

Lui gemette per un attimo, sollevato. “Non ci credo neanche io che sto per dirlo Hermione, ma mi erano mancate le tua mani” lei sorrise. “E a me era mancato prendermi cura di te.So che te la cavi benissimo da solo, lo vedo. Eppure, quando mi permetti di starti vicino..sono felice.” Lei la strinse di più a sè, affondando la testa quasi sul suo seno. Si chinò abaciarlgi la testa.

“Sev…” disse usando il soprannome che aveva detot di usare cn parsimonia…”Ti sentiresti a tuo agio se ti dicessi che mi piacerebbe farti un massaggio?” Lui la guardò. “Cosa?”

“Un massaggio. Io, te, nel letto..e io ti massaggio le spalle. Hai tutte le spalle contratte.” So che le attività mondane non sono esattamente le tue preferite.”

Lui era a un passo dal rifiutare ma si trattenne la lingua. Piccoli passi. Un massaggio. Un’espereinza così innocente e potenziaòlmente pericolosa, ma...un passo per volta. 

“Ecco una di quelle cose in cui dovrò essere un bravo discepolo?” lei sorrise. “Chissà”

Lui si alzò, dirigendosi verso quello che hermione aveva inutio fosse il bagno privato. “Dammi un attimo e sarò da te.”

“Questo letto è davvero enorme” pensò Hermione mentre si sedeva sul letto, biancheria ovviamente verde e argento, a due piazze. Severus aveva dormito da solo tutti quegli anni in uqel letto gigantesco? Ripenso al sogno che aveva fatto, ma scosse la testa. Quello era il passato. E lei era lì, con lui. 

Il mago uscì, la veste da camera verde e sotto il pigiama.

Lei non potè trattenersi. “Beh, quella non ce l’avevi a Spinner’s End.”

Luisi guardò la veste, smarrito. “Non ti piace?”

“Oh al contrario...”

Hermione provava desiderio. E non volev altro che slacciare qualla vestaglia  eslatargli addoso ma nello stesos momento..non le sm,ebrava giusto. voleva..esplorare. Sentire. Essere...sicura.

Lui si avvicinò sul letto. Indeciso se entrare nel suo stesso letto...cretino.

Hermione lo guardava, ammutolita. “La mia offerta per il massaggio è ancora valida.” spezzò il silenzio. Lui le accarezzò i capelli. “Sono tuo..”

Entrarono sotto le coperte un po’ imbarazzati. Severus lasciò la vestaglia appesa sul gancio del letto, rimanendo col semplice pigiama nero, ovvio, che sperava non facesse vedere il suo fisico. Hermione gli fece cenno di mettersi fra le sue gambe. Lui obbedì, in silenzio e senti il corpo morbido soot l asua schiena. E caldo. Non aveva mai provato cosa volesse dire sentire del calore in qul letto. voelva piangere e nello steso tempo si odiava per la sua miserabilità, ma si sentiva...in paradiso. Péer quanto desiderasse hermione, ora l’aspetto crnale era totalmente in secondo piano. Quel calore gli stava riempiendo il cuore e non riusicva a parlare. La ragazza gli spostò i capelli dietro le spalle, mentre con le mani esilisi concentrava sulle sue spalle. “Se ti da fastidio la ferita me lo dici? Cercherò di non toccare punti sensibili.”

Lui non riusciva proprio a proferire parola. L’atmosfera intima, la luce soffusa,il profumo dei capelli Hermione. Era troppo. Annuiva e basta, come in trance.

Sentì le sue piccole mani calde, le stesse mani che nonostante minute erano forti e sicure, che l’avevano sostenuto per tanti mesi e che ora gli stavano regalando..sollievo. Senti i movimenti energici ma delicati mentre lei gli massaggiava il retro del collo, una parte dell’incavo delle spalle. La ferita pronta venì a salutarlo con del dolore ma lui lo gignorò. si stava rilassando, per...la prima volta in vita sua. 

“E’ normale che mi stia venendo sonno?”

La sentì sorridere. “Oh sì..vuol dire che ti stai rilassando…” lo baciò sulla nuca e lui venne un brivido lungo la schiena.

“Tutto ciò...è fantastico.”

Lei lo abbracciò, da dietro. Era la seconda volta che si sentiva in una posizone così’ vulnerable e non sapeva cosa fare. 

“Non sono un’esperta ma mi sembra che le tue spalle non siano più così tese.” annunciò, incorciando le mani sul suo petto. Lui si girò, accrezzandole la nuca. “Non penso di averle più, le spalle.”

“Seevrus devo dirti una cosa.” ovviamente al mago mancò un battito, pronto al rifiuto alla ocnfessione di non sentirsi a suo agio, forse voleva andare via… “Soffro ancora...di incubi. Non..sempre. Ma ce li ho. Te lo dico perchè non vorrei spaventarti o..infastidirti.” disse sffocata, la facci anascosta nell’incavo del suo collo sano. Lui si spostò da quella posizione così anacronistica per lui, mettendosi accantoa Hermione. Le passòun braccio intorno alle spalle. “Ce li ho anche io. Ancora. Spesso. Non mi spaventerò nè tantomeno potresti infastidirmi.”

“Se..mi dovesse succedere..mi sveglierai?” lo sguardo timoroso lo fece quasi rimasnere senza fiato. Povera la sua strega...ancora traumatizzata. Le accarezzò un agunacia, con lentezza. “Certro che ti sveglierò Hermione. E stavolta potrò satarti vicino come si deve”

“E se vedessi il contrario, potrò starti vicino?”

Lui annuì, sebbene a fatica. “Come hai già fatto del resto no?” provò a sorriderle.

Lui non sapeva cosa fare. Dove mettere le mani, dove e come fare. Un completo scolaretto. 

Hermione lo abbracciò e si stesero, insieme. La su atesta sul petto, al mago più grande senmbrava di essere in un delizioso inferno. 

“E’ così bello sentire il tuo cuore battere.””

Hermione era sdraiata sul petto di Severus e non poteè rimanere stupita del fatto che fosse d’acciaio. Ma a parte il desiderio, ora tutto ciò che voleva era quello. Stargli accanto, così. Sembrvava così irreale...a letto con Severus Snape. Aveva ancora reticenza ad avvicinare il suo copor al suo, aveva solo la testa sul suo petto, quiasi timoroso. Sentì le sue bracci avvolgerla. “Stai..comoda?”

Lei annuì. “E tu?”

Lui si sarebbe fatto cascare le braccia prima di spostarsi da quella posizione. Hermione era calda, morbida...era...sua. Era davvero lì e si era fatta strada in ogni sua barriera. “‘ strano”... confesso a bassa voce. “Mi hai visto in condizioni peggiori di questa. Mi hai visto...al mio peggio. Eppure… non riesco a non sentirmi in imbarazzo.”

“Vero?” lei lo guardò passandogli una mano sulla guancia morbida. “Sono..emozionata. e...mi batte ilcuore a mille. Mi sento un’idiota. Abbiamo vissuto insieme per mesi.”

“Non eravamo mai rimasti così. Non deliberatamente. Non...da che siamo..”

“Cosa siamo?”

“Non lo so…vorrei dire..la mia compagna, se per te..andase bene. Non riesco a utlizzre la parola..ragazza”

Lei sorrise. “Voglio essere la tua compagna Severus. Voglio stare con te. Però io ti chiamero il mio ragazzo. Eccome se lo farò.”  continuava ad accarezzagli la gfuancia e Severuis chiuse gliocchi, voleva quasi fare le fusa. Non ave amai avuto quel tipo di contatto fisico con nessuno. Nessuno gli aveva mai fatto...carezze. Fatto sentire...amato? Voluto. Deisderato. Strinse più forte a sè Hermione, non riuscendo a espiremere quello a parole. Per l’ennesima volta sentì il suo cuore sul punto di fermarsi.

“Sono un uomo patetico. Sto nel letto con una donna bellissima e tutto ciò che riesco a pensare è che non ho mai ricevuto una singola carezza in vita mia” confessò a fil di voce. Sarà stata l’intimità della stanza, il buio, il calore dlle coperte. Hermione lo avrebeb lasciato lì, nella sua miserabilità Non era un uomo. Eppure aveva un’erezione, oh se ce l’aveva, ma tutto ciò che riusicva a pensare erano quella mano calda sulla sua guancia e l’altra sul suo petto. La strega invece lo accarezzò ancora. “Non sei patetico. Sei un uomo e per quanto mi riguarda sei mlto più uomo di chi invece millanta una mascolinità tossica. Non è quello che cerco. E invece tu..tu valuti questo importante come il resto…. e per me è più importante di ogni altra cosa. Se...è..per questo, nessuno mi ha mai accarezzato.” soffiò infine. Ron l’aveva voluta, l’aveva baciata, l’aveva divorata...ma...non aveva mai speso un minuto a contemplarla, mai trovato un attimo per dirle che era bella. Era un ragazzino impacciato, laddove Severus, con la sua reticenza nel dimostrare le sue emozioni, era un uomo che la faceva sentire desiderata.

Severus allora la stuèì, accarezzandole il viso incrodiando il braccio al suo. Le dita erano fredde, nonotante il calore dle letto. ERa teso a morte, povero. “Nessuno ti ha mai accarezzata così? E chi è il pazzo che lascerebbe a me tale onore?” Sei fatta per essere accarezzta Hermione. Il tuo viso è così bello.”

Lei quasi pianse, di gioia. 

“Perdonami Hermione per essere un vecchio mago arido che non è in grado di esprimere affetto…” disse continuando ad accarezzarle i capelli,  e la spalla. “Mi impegnerò. Non ti prometterò grandi slanci plateali perchè so che non èi nè ciò che ti aspetti da me o che vorresti..mas ..voglio essere ingrado di darti tutto ciò che meriti, comprese queste cose. So che hai avuto già tanta pazienza con me, ti chiedo solo di..darmi tempo”

Lei affondò la faccia sul suo pettò, tenendolo stretto. a sè. Lui non poteè far altro che continuare ad accarezzare i capelli. “Non sto avendo pazienza con te. Io sono felice, lo vuoi capire? e tutto ciò..è tutto cil che volvevo. Ti voglio esattamente come sei.”

Caddero in un profondo sonno, abbracciati l’uno all’altra i battiti del loro cuore finalmente all’unisono.


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