Notte Maga a Las Vegas
Mar. 20th, 2021 05:01 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Cow-t 11, settimana 6,
Prompt: - M6 - Prompt 006. Relazione forzata fra due protagonistə che si odiano, ma poi l’amore troverà la via
Fandom: Harry Potter
Fandom: Harry Potter
Numero Parole: 3212
“No, in missione con Malfoy non ci vado nemmeno se mi legate davanti a un ippogrifo incazzato.”
“Sai Hermione, ti preferivo quando eri una ragazzina timorata dalle istituzioni che non diceva neanche una parola fuori posto.” Blaise giocherellava distrattamente con un cubo di Rubik, gradito regalo della sua collega mentre la guardava con occhio torvo.
“Hermione capiscimi, se do buca a Daphne il giorno del nostro anniversario io sono un uomo morto.”
“Mi stai chiedendo di passare due giorni con Malfoy su un caso che non è nemmeno nelle mie competenze”
“Senti non giocare la carta “nelle mie competenze” con me perchè veramente mi sento preso per il culo”
Lei alzò gli occhi al cielo, sconfitta. Certo che era nelle sue competenze, tutto era di sua competenza, ma ma era quel caso era davvero..noioso. Tutto ciò che aveva Malfoy era noioso: nessun tipo di azione, solo intrighi politici, riciclaggio di denaro, e rarissimi tentativi di contatti mafiosi tra babbani e umani ma mai sparatorie, duelli, creature strane...solo politica e scartoffie.
“Draco ha già detto di sì. Lui mi vuole veramente bene almeno” aggiunse Blaise con drammaticità tutta sua.
“Zabini non fare lo stronzo lo sai che ti voglio bene nonostante tutto.” ed era vero: avevano fatto amicizia all’inizio delle loro carriere da Auror, un incredibile accoppiata formata dal ministero per cercare di riformare i figli rinnegati della guerra. Ne erano uscite fuori tre coppie assurde, ma stranamente funzionali: Harry e Draco, che dopo qualche mese di tentativi di farsi fuori l’un l’altro nelle missioni si erano trovati a combattere contro un mostro più grosso delle loro cazzate suggellando una partnership letale, Ron Weasley e Theo Nott che avevano trovato subito una strana complicità che li aveva portati a superare le diffidenze tra trio Grifondoro e trio Serpeverde, e Blaise ed Hermione, i quali entrambi pacati ed intelligenti avevano accettato con rassegnazione la loro accoppiata per poi scoprire l’uno nell’altra un leale ed affidabile compagno di squadra.
Ormai avevano fatto carriera e non erano più divisi in squadre fisse come all’inizio ma le amicizie erano rimaste e, come nel caso di Hermione e Draco, anche qualche rimostranza. Inutile che Draco fosse ormai l’inseparabile braccio destro di Harry per tutte le operazioni strategiche del dipartimento di cui era a capo, nè che giocasse a Quidditch la domenica in squadra con Ron: Hermione lo detestava ancora ardentemente.
“Perchè diavolo non può andarci Ron con Draco?”
“Ron in un’operazione sotto copertura? Hermione, dai.”
“Certo che Malfoy si procaccia sempre le missioni più facili eh” mormorò lei ma a Zabini non sfuggì il commento velenoso.
“Hermione, solo perchè a te piace andare a caccia di guai e metterti in prima linea in ogni casino esistente non vuol dire che le missioni di Draco siano di minore importanza.”
“Dico solo che rispecchiano perfettamente la sua indole codarda.”
Blaise sbuffà “Incredibile come siano passati ormai otto anni e per te Draco sia sempre lo stesso di Hogwarts.”
Lei scosse la testa. “Non mi sembra che io lo insulti, per lo meno non in faccia, né che gli abbia impedito di farsi strada fra le vite dei miei migliori amici.” si azlò raggiungendo Blaisee strappandoigli di mano il cubo per poi finirlo in 30 secondi, ina lunga pausa “Ma Malfoy non avrà mai il mio rispetto. PErò tu hai il mio affetto” picchiettò la sua camicia perfettamente sitrata con lo spigolo del cubo, piano, ma Blaise fece finta di accasciarsi dal dolore “Quindi ti sostituirò per la missione a Las Vegas Ma veramente Zabini, devi promettermi che il brillocco di famiglia che hai preparato per Daphne sia gigantesco.”
“Come hai fatto a capire che voglio farle la proposta?”
Lei si girò compiaciuta “Non me l’avresti mai chiesto se non fosse davvero importante, sapendo quanto non reggo Draco.”
Draco Malfoy stava sorseggiando con calma il suo firewhisky sulla poltrona della camera del lussuoso hotel babbano in cui soggiornava in incognito quando rischiò di strozzarsi e peggio ancora, macchiarsi la camicia grigio perla che aveva appena ritirato dal sarto.
Granger sbattè senza grazia la pochette sul tavolo della loro suite comunicante prima di sedersi e accavallare le gambe lasciando le cosce scoperte dallo spacco del vestito bordeaux di velluto che la fasciava come una seconda pelle.
“Dannazione Granger, sei uscita da un bordello di alta classe stasera”
“Grazie Malfoy, anche tu sei credibile come pappone”
Lui si guardò il completo damascato verde con ancora il bicchiere sospeso a mezz’aria. “Veramente devo ancora cambiarmi per la missione” ringhiò fra i denti.
“Non è colpa mia se sembri sempre un mafioso uscito da un film.”
Draco sbattè le palpebre un paio di volte e Hermione sogghignò internamente. Certo aveva deciso di aiutare Blaise e durante la missione sarebbe stata impeccabile, ma niente poteva toglierle il divertimento PRIMA.
Lui si alzò sistemandosi e le porse elegantemente la mano per farla alzare. Nel mentre, con una passata della sua bacchetta, cambiò magicamente apparenza, i capelli biondi quasi bianchi diligentemente indietro invece lasciati liberi e un po lunghi dietro come li portava ultimamente, una giacca pesante viola borgogna quasi dello stesso colore del vestito di Hermione, pantaloni aderenti neri e una sequela di amenità fra anelli, cinturone e, tocco di classe, un orecchino pendente al lobo destro.
“Fidati Granger, è così che sembro un pappone”
Lei suo malgrado rise. Erano soli da qualche ora e nonostante tutte le sue provocazioni, il mago non sembrava assolutamente colpito dai suoi attacchi.
Era abituato a vederlo, e ignorarlo, in compagnia di altri e nonostante tutto aveva sempre il timore nascosto che fosse tutta una farsa. Non riusciva a fidarsi. Non poteva.
In otto anni, non gli aveva mai nemmeno chiesto scusa.
Mai.
Certo, si era scusato con Harry e Ron e lei una sera a un pub mentre erano sbronzi ubriachi e pieni di adrenalina dopo quella famosa battaglia in cui quasi ci erano rimasti secchi lui e Harry.
Ma se per i due ragazzi era abbastanza, lei non riusciva a dimenticare quello sguardo che la vedeva torturata a Malfoy Manor.
Prese la mano scuotendo la testa, ora doveva concentrarsi sul serio.
“Malfoy, sono in posizione”
Era bello fare coppia con un altro Legilimens di talento, nonostante tutto. Sapeva che Draco aveva portato le sue abilità a un altro livello ma non le sfruttava quasi mai , dato che in pochi riuscivano a stare al passo. Ovviamente Hermione era fra quei pochi ad aver elevato le sue doti della lettura della mente portandoli al livello di telepatia, per un corto raggio.
Draco sapeva che la strega aveva letteralmente implorato il suo padrino per insegnarle la Legilimensis e che per un periodo avevano avuto lo stesso insegnante, ancora una volta. Severus Snape che sopravvissuto alla guerra era un uomo più tollerante, ma di certo non un santo, aveva mai proposto di farli allenare insieme, per fortuna, conoscendo i tipi. Non avrebbe avuto TUTTA quella tolleranza. Tutti all’epoca sapevano che i due nella stessa stanza erano più esplosivi di una carica di nitroglicerina, pronti ad azzannarsi senza remore. Il tempo e le amicizie in comune avevano smorzato quella miccia, per il bene comune, ma l’esplosivo era ancora lì, sopito.
“Bene. Arrivo."
Hermione con molta classe spostò i capelli tatticamente, lasciando il collo scoperto. Sentì le labbra lievi Draco sul collo e rimase quasi tramortita per il brivido inaspettato. Non aveva battuto ciglio quando aveva saputo che la loro copertura era spacciarsi per una coppia di mafiosi, figuriamoci una volta aveva finto di essere la fidanzata di Harry e dopo quello aveva scordato ogni concetto di imbarazzo, ma non si era aspettata di non provare il ribrezzo a cui si era preparata. Cercando di mantenere la sua compostezza e non tradire la copertura si calmò immediatamente per non far trapelare il rossore dalle sue guance.
"Fa caldo qui non trovi любовь моя?"
Certo che Draco come russo funzionava perfettamente. Sapeva che parlava correttamente russo e francese, ma non si aspettava l'accento inglese storpiato. Lei per fortuna se la cavava egregiamente col francese. "Oui, mon coeur. Un po' di champagne? Stavo per versarne un po' al nostro mon ami"
Davanti a loro, nel privè del casinò di Las Vegas magica, uno dei più grossi esportatori di bacchette contraffate di magia nera americana.
"Se siamo amici dobbiamo ancora vederlo" rispose Jasper Ravensberg accettando il bicchiere con un sorriso mefistofelico. Hermione era totalmente indifferente, sapendo che in quella gara di sorrisi Draco Malfoy era il re incontrastato. Sembrava davvero un pazzo, con la camicia leopardata grigia aperta sul petto e lo sguardo grigio asettico che non lasciava trapelare nulla se non un'estrema confidenza in sè stesso e il sorriso diabolico che gli aveva visto il giorno che aveva saputo che quasi tutti i mangiamorte rimasti fedeli a Voldemort erano stati sterminati. Ne rimaneva solo uno.
"So che siete puliti, e questo è importante per l'inizio di ogni buona amicizia." il trafficante alzò il calice alla loro salute, non consapevole che la legilimanzia non passava per i controlli magici del casinò, e che i due Auror erano immuni al veritaserum che avevano bevuto all'ingresso, come anche Harry e da poco anche Blaise.
"Ma certo, a noi piace essere puliti , мой друг" Draco si passò un mano sulla cavezza con il drago che adornava il suo collo diafano, che esibizionista in quei piccoli dettagli, mentre si piegava verso Ravensberg. "Ci piace anche andare dritto al sodo. Io e la mia adorata" allungò la mano che lei prese senza esitazioni, sbattendo le ciglia voluttuosamente. "siamo molto interessati a ciò che offri. Sai, abbiamo diverse aree sotto il nostro controllo fra Parigi e Mosca ...ma ci manca ancora...qualche pezzo sulla cartina." fece una risatina quasi disturbante mentre lei si intromise rincarando. "Oui, siamo molto...interessati a queste nuove...tecnologie."
Jasper annuì, e si lanciò in una spiegazione dettagliata del funzionamento delle bacchette oscure, che andavano a rimpiazzare quelle classiche senza troppi problemi di scelta fra cuore, legno, ma dando a tutti la possibilità di sfruttare il potenziale oscuro senza troppi problemi. Granativa un aumento dell'efficacia delle maledizioni imperdonabili e dei loro danni oltre che a eliminare quell'annoso problema del possesso della bacchetta. Tutti potevano fare tutto, senza incappare in brutali errori. "Un po' come quel mago pazzoide che c'era in Inghilterra, si è fatto fregare così."
Se Draco avesse provato qualcosa Hermione non lo poteva sapere perchè la sua espressione era rimasta immutata. Scrollò anzi le spalle, con il suo miglior russo. " Inglesi, tutte regole e poca azione. A noi non interessano quelle stronzate da megalomane."
Hermione annuì "A noi interessa il potere non la supremazia. Vogliamo solo arrivare a fine mese come tutti no?" rise mentre anche Jasper si univa all'ilarità, mentre pensava con dolore alla cicatrice che il glamour nascondeva.
"Già, stanno fuori in quell'isola di pazzi. Ecco perchè me ne sono andato."
Bridarono e bevvero ancora.
"Confermiamo i sospetti, è decisamente Jugson Jr."
"E' sicuramente lui sotto copertura, solo lui poteva avere l'informazione delle bacchette che stava ideando Voldemort"
Lo scambio mentale passò inosservato mentre Hermione poggiando il bicchiere.
"Parliamo di quanto ci costerebbe questo oculato investimento. Il concetto è perfetto, ma serve qualcosa di concreto."
Jugson Jr. annuì. Hermione contava sul fatto che lei e Draco avessero cambiato il loro aspetto in maniera convincente, e che nessuno vedendoli avrebbe potuto immaginare chi fossero. I glamour che avevano usato erano lievi abbastanza da non essere riconosciuti abbastanza dalle barriere contro gli incantesimi, e ritenuti nel "lecito" .Del resto anche i maghi criminali avevano le loro cicatrici da nascondere. Malfoy aveva mantenuto gli occhi grigi e i colori da nordico ma aveva ingrossato il naso e spessito le labbra, laddove lei aveva cambiato colore degli occhi rendendoli blu e assottigliendo le labbra e le guance smebrando una tipica e altera bellezza francese.
Sebbene Jugson jr avesse solo racolto l'eredità paterna e non aveva ricevuto il marchio di Mangiamorte si era comunque dedito alla malavita cercando di ricominciare in America.
Non aveva fatto i conti con Draco Malfoy e la sua voglia di riscatto. Non sarebbe stato in pace finchè non avesse messo fine alle malefatte di ogni cosa che riguardava Voldemort, comprese le sue idee pazzoidi messe in pratica post mortem.
La loro missione era quasi finita. Avrebbero chiesto il prezzo, avrebbero contrattato, avrebbero portato a casa il prezzo. Si sarebbero accordati per la consegna e lì allora sarebbe intervewnuta l'artiglieria pesante con Harry Potter e tutti gli altri pronti ad acciuffare il bastardo.
Hermione era stat aperfetta. Non che non lo sapesse ma guardarla mentre con abilità contrattava per il prezzo come una consumata malavitosa. Era per questo che aveva pregato Blaise di far si che fosse lei la sua compagna. Aveva bisogno di tutte le sue capacità ma sapeva che la ragazza lo odiava. E, accidenti, la odiava anche lui. L'aveva odiata per anni, l'aveva maledetta mentre ogni volta che cercava di far vedere che non era più il ragazzino bastardo e razzista di Hogwarts. Era cresciuto dannazione, per tutti ma non per lei. Non era bastato rigare dritto per anni, diventare suo malgrado amico di Potter e addirittura di quel rosc io maledetto che alla fine della fiera aveva risolto tutto con una bella scazzotata dopo una missione. Le aveva prese volentieri quella volta e ricordava solo lo sguardo di Hermione che li squadrava come fossero sterco in terra. "Siete due ragazzini."
Non importava che luii fosse diventato uno dei più abili strateghi del dipartimento Auror. Certo, lui non aveva le missioni kamikaze di Potter e nemmeno quelle misteriose di Hermione a cui piaceva usare il cervello E menare la bacchetta. Avrebbe fatto di tutto per guadagnare l'approvazione di Hermione Grnger ma ora sapeva che non l'avrebbe mai ottenuta.
L'odio si era trasformato in rispetto e il rispetto era diventato qualcosa di più, qualcosa che Draco non voleva ammettere nemmeno a sè stesso. Era impossibile e sarebbe dovuto rimanere per sempre solo un pensiero seppellito in lui.
"Allora siamo d'accordo? Il 25 a Roma. Mi raccomando, puntuali. Sono rimasto molto inglese su questo."
Hermione sbattè le palpebre. "Mais oui. Sono francese, non maleducata." con garbo il mago le baciò la mano guardando Draco negli occhi come chiedendo un permesso.
Lui scosse la testa sorridendo. "Non sono geloso Jugson. Francine gode della mia totale fiducia."
"Bugiardo."
"Non mento mai sui miei colleghi"
Hermione e Draco erano nella loro suite, troppo stanchi per apparare direttamente in Inghilterra ma anche per non destare sospetti.
Entrambi in abiti comodi e coi capelli umidi dalla doccia erano stravaccati sulle poltrone mentre sorseggiavano firewhisky in silenzio.
"Devo dirlo Malfoy. E' stata una missione noiosa, ma interessante. non penso che dimenticherò la tua faccia da pazzo mentre eri conciato come un membro dei Big Bang?"
"Non penso di avere lo stile di G-Dragon però ci ho provato."
Hermione quasi fece cadere il bicchiere. "Malofy, or ami spieghi perchè conosci il k-pop"
"Ginny." disse come se quello potesse spiegare qualcosa.
"Cosa vuol dire Ginny?"
Lui strinse le spalle bevendo ancora. "Ginny, la stessa Ginny figlia di quel fissato coi babbani di Arthur Weasly, che ha portaot a sua figlia un cd trafugato con questi tipi coreani, la stessa Ginny che frequentiamo da anni nella sua stessa casa con la musica a palla.
"Lo so benissimo cosa acolta Ginny, ma sapere chi sono i membri mi sembra un po' oltre no?"
Draco scosse la stessa e accavallò le gambe come nel video della canzone.
"Wow, fantastic baby!" sibilò convintissimo ed Hermionenon resse più il colpo.
Rise, come una pazza.
"No, non voglio saperlo!"
"Che c'è non possono piacermi i gruppi kpop? Sono il mio guilty pleasure babbano insieme a quei cioccolatini ripieni di riso soffiato" alzò le mani come avesse confessato di aver ucciso un cucciolo di ippogrifo.
"Non avevo nemmeno idea che avessi dei guilty pleasure babbani"
"Certo che ce li ho." si alzò, di scatto e d'improvviso quella tregua finì. "Lo so che per te sono rimasto questo" e senza remore si scoprì il marchio.
"E non so, probabilmente per te è tutto finto e io sono ancora un mangiamorte. Ma non è così. Sono un codardo, come ti piace chiamarmi alle mie spalle, uno snob e potenzialmente un testa di cazzo con chiunque non sia fra le dieci persone che sopporto nella mia vita, ma non ho nessun'agenda segreta Granger."
Lei non aveva capito come fossero passati da parlare di k-pop a quello ma non perse l'occasione per riversare un po' di adrenalina post missione. Seppur facile, era comunque stata intensa.
"Non mi hai mai chiesto scusa Draco. Mai."
Lui rimase quasi stordito dal sentire il suo nome pronunciato per la prima volta in quasi vent'anni che si conoscevano ma più ferito.
"Hermione non è vero. Ti ho chiesto scusa, anni fa. Sei impazzita?"
"E quelle al pub erano scuse Draco? Eravamo sbronzi e tu e Harry avevate apena scampato la morte insieme, era un gran casino."
Lui le prese le mani, sfidando la morte ancora una volta. "Granger, Granger cosa diavolo stai dicendo. Cosa. Nob dirmi... non dirmi che non l'hai mai letta."
"Cosa?"
"La lettera. Certo che quelle non erano scuse per merlino. Erano per Harry e per Ron, al massimo ma loro non li ho visti certo torturati sotto i miei occhi!"
lui lascò le mani e cominciò a passeggiar efrenticamente nella usite.
"Mi stai dicendo Granger che non hai mai letto la mia lettera?"
"Lettera?"
"Il giorno dopo quella sbronza sapevo di non aver finito con te ma EHi ho già detto chje sono un codardo vero? Ti scrissi una lettera. Una lunghissima lettera dove ti chiedevo scusa. Ti proponevo anche di parlarne. Ma la ripsosta non è mai arrivata nè tu mi hai mai chiesto nulla quindi avevo dato per assodato che non avevi accettato le mie scuse.
"Quale dannata lettera? Ti stai inventando tutto!" Hermione trermava di rabbia e di traidmento.
"Sei un bugioardo Malfoy!"
"Si è vero ma non su questo! Giuro su mia madre, sto dicendo la verità"
Hermione lo guardò a due centimetri dalla sua faccia. Lui era cosi alto e lei non poteva far altro che subire la sua impojnenza. Draco era dannatamente bello conm gli occhi stravolti e quasi in lacrime dalla scoperta. Le labbra, tornate normali, tremavano di rabbia e di frustrazione.
Non pensò a nient'altro. Dvoeva fermare quel tremore.
Ora.
E lo baciò.
Draco Malfioy si sarebbe aspettato uno schiaffo, una maledizione imperdonabile, tutto, ma non quello che era successo quella notte.
Hermione fra le sue braccia e la migliore notte di sesso mai avuita in vita sua.
Quando la strega aprì gli occhi si aspettava rimorso, livore e odio ma trovò un sorriso sarcastico e una carezza CHE LO PIEGò QUASI DAL dolore.
"Cosa abbiamo fatto?" chiese lui quasi a sè stesso.
Lei lo avvicinò e lo baciò, suadente.
"Direi pace. Se trovi quella lettera. Sennò, ti darò in pasto agli Ippogrifi di Hagrid. Sai mangiano tutto, come i maiali. Perfetti per occulatre i cadaveri"
Malfoy sorrise. suo malgrado. Avrebbero scoperto cosa diamine era successo a quella lettera, e dopo le avrebbe recitato il contenuto.
Aveva ottenuto non sapeva come tutto ciò che aveva desiderato per anni e non aveva intenzione di perderlo, mai più.