Una partita importante
Mar. 28th, 2021 05:28 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
La sensazione di un centauro imbizzarrito appena passato sul suo petto. Ecco cosa provava Draco Malfoy in quel momento mentre guardava il cielo terso sdraiato sul prato adiacente La Tana.
Lo sapeva che non sarebbe dovuto venire.
Quella stessa mattina....
Draco Malfoy non aveva capito bene perché alla fine stava andando a quel pranzo domenicale.
Faceva colazione con sua madre perfettamente vestita come sempre, mentre guardava il suo caffè abbastanza turbato.
"Cosa ti provoca guardare il tuo caffè come fosse fatto da bacche di mandargora, Draco?" sua madre capiva perfettamente quando qualcosa lo scalfiva e lui non c'era niente da fare, era proprio un mammone. Ogni volta che vedeva sua madre sorridergli pensava che tutto ne era valso la pena. Non proprio tutto, ma lei era ancora lì.
Allontanando la tazza sul tavolo si stiracchiò le braccia e le gambe. Una parte di lui quasi ancora poteva sentire la voce di suo padre dire che non erano maniere per stare a tavola, ma poi si ricordò che suo padre era ad Azkaban e che lui aveva ventidue anni, non tredici.
"Che senso ha questo invito dai Weasley?"
Narcissa lo guardò sorridendo. "Non sono tuoi amici?" l'accento su amici la diceva lunga su cosa ne pensasse Narcissa. Se non contraria, era almeno interdetta.
Comunque, l'espressione di Draco come se avesse suggerito di sposarsi con Molly Weasley la fece ridere di gusto. "Mi sbagliavo allora..." nascose il sorriso sarcastico nella tazza di te, mentre il suo unico biondissimo figlio scosse la testa in un'espressione talmente compunta che gli ricordò suo marito, facendola un po' soffrire.
"Non è che siamo proprio...amici. Sono colleghi. Non vogliamo... Più metterci le mani addosso." ci pensò un attimo.
E non provo particolare piacere nell'umiliarli, ecco."
Narcissa alzò un sopracciglio. "Quello non avresti dovuto farlo nemmeno da ragazzini."
Draco la guardò come se avesse tre teste. "Scusa madre, non sapevo di essere stato cresciuto ina famiglia ricca di rispetto per il prossimo! Che figlio degenere!"
Narcissa alzò gli occhi al cielo. "Essere nobili quantomeno se non di cuore, di apparenza. E da rozzi umiliare chi ha meno di noi e so bene quanto fossi particolarmente metodico nel ricordare a tutti i Weasley le tue fortune. "
"Esatto mamma! Esatto!" alzandosi, il ragazzo mise le mani nelle tasche della bella giacca di velluto di fattura evidentemente sartoriale. "So di essere stato un ragazzino particolarmente viziato."
"Non è stata solo colpa tua…" sussurrò Narcissa. Del resto aveva viziato il suo unico figlio in maniera indecorosa, per cercare di smussare un po' le estreme pretese e aspettative di Lucius nei confronti del figlio. Ma lui non l'aveva sentita continuando a ragionare a voce alta con sua madre mentre si sistemava una ciocca sulla fronte.
"Non sono fiero di ciò che ho fatto nella mia adolescenza. Ok. E di certo non mi metterei mai a insultare un Weasley alla Tana, non sono certo così idiota da rischiare di essere linciato da tutti quei rosci contemporaneamente, più Potter. E la Granger, che Morgana me ne scampi e liberi, ho ancora dolore al naso se ripenso a quel gancio che mi ha tirato."
"Hermione Granger ti ha dato un pugno? Sembra sempre così una brava ragazza..." la donne sorrise sotto i baffi. Non aveva mai provato l'ebbrezza di prendere a cazzotti a qualcuno, non era certo stata cresciuta così, ma si chiese cosa potesse significare essere una ragazzina con un bel gancio.
Suo figlio si fermò un attimo, l'espressione contrita ma non sembrava intenzionato a dare dettagli.
"Te l'eri meritato?"
Lui girò il sguardò il bel nasino appuntito all'insù sdegnato. "Col senno di poi, posso concludere che abbia meritato quel gancio. Ma non sei autorizzata ad ammettere con nessuno questa cosa, sia chiaro." la indicò intimorito, come se lei avesse modo di parlare con qualcuno dei suoi colleghi o conoscenti. "Non fare l'indisponente con me Draco Malfoy! Se è in parte colpa mia che tu sia venuto su così viziato è pur vero che certe maniere te le ho insegnate!"
Lui la guardò cupo. "Non era una questione di maniere. Ma di sangue."
"Oh." Narcissa non era una Mangiamorte, ma sarebbe stata ipocrita a dire che per anni non aveva condiviso gli ideali e l'ideologia di suo marito e di Voldemort e che per anni aveva dovuto scevrarsene e depurarsene.
"Forse l'avrei meritato anche io allora."
Draco le si avvicinò baciandola rapidamente sulla fronte. "Non ti farei mai sfiorare da nessuno, madre"
Lei sorrise, emozionata. Era solo da dopo la guerra che riceveva quei gesti di affetto e non poteva che esserne grata. I postumi della guerra erano stati difficili, sia per lei che per Draco.
Erano rimasti soli, con Lucius ad Azkaban che non aveva voluto abiurare nessuna delle ideologie di Voldemort. Ma lei sì. E Draco, sapeva cosa aveva passato. Non voleva diventare come suo padre eppure, era stato costretto a prendere quel maledetto marchio.
Nonostante la perdita di suo marito, che aveva amato ma che non riconosceva più da tempo, il tempo con suo figlio aveva migliorato entrambi. Aver ricominciato a vedere Andromeda e Teddy aveva aiutato, parecchio. Andy li aveva accolti a braccia aperte, nonostante tutto, e aveva mostrato loro che cosa volesse dire essere un mago che non odiava i babbani.
Dopo quattro anni, Draco ora era libero di poter esprimerle affetto e di provare a essere un essere umano migliore. Cosa che del resto stava provando a fare lei, anche se dopo i quarant'anni cambiare certe cose era più difficile che a diciotto. Non era stata felice quando aveva saputo del programma di recupero del ministero, ma alla fine era stata d'accordo sul fatto che il campus di addestramento Auror sarebbe stata la scelta migliore per Draco. E così era stato. Lo scontro con la dura realtà della vita militare l'aveva fatto scendere da quel terribile piedistallo su cui Lucius aveva da sempre messo il loro unico figlio.
Metterlo in contatto continuo con la sua nemesi, Harry Potter, l'aveva fatto crescere e l'aveva fatto riflettere. E ora era lì, in procinto di passare una domenica a pranzo dai Weasley.
"Cosa non capisci Draco di quell'invito?" Io sono fiera di te. Avrebbe voluto aggiungere, ma era ancora troppo pudica coi suoi sentimenti.
"C'entro a casa dei Weasley come un pavone bianco in mezzo a un pollaio."
"Draco..."
"Cosa? E' vero! Loro sono...scatenati è dir poco. Non sono assolutamente pronto." "Molly Weasley è una fantastica padrona di casa." "Certo mamma, ti vedo andare da lei ogni sabato per il tè." "Non mi ha mai invitato, per ovvi motivi, ma se estendesse l'invito anche a me accetterei. Penso troverei interessante il cambio di scenario"
Draco sembrava colpito. "Il cambio di scenario? Mamma usiamo l'argenteria di Nonna Callista per bere il tè delle cinque…"
"Cosa ti spaventa Draco, veramente?"
Lui si risedette, sbuffando. "Trovarmi bene?"
Narcissa strinse la mano di suo figlio. "Ci saranno anche Blaise e Theo no? Non sarai solo. E si, potresti trovarti bene. Sarebbe una catastrofe?"
Draco alzò gli occhi al cielo. "Se mio padre fosse qui avrebbe uno scompenso." "Ma tuo padre non è qui, e tu non sei lui." "Vorrei che lo specchio la pensasse come te." Sua madre si alzò e lo tirò in piedi, trascinandolo dalle mani che ciondolava. Gli aggiustò la cravatta grigia, ma poi decise di scioglierla.
"Oggi non credo che ti servirà la cravatta." "Sei sicura di non essere zia Andromeda con la pozione polisucco?"
Narcissa rise, evanescendo la cravatta.
"Si sa che i Serpeverde sono sempre adeguati a ogni contesto sociale. Quindi oggi vai e fai tutto quello che farebbe un ragazzo di ventidue anni. Divertiti Draco.
E mi raccomando, sii educato come il tuo rango richiede."
Il figlio alzò gli occhi cielo e si congedò con un rapido bacio sulla guancia appena Theo e Blaise apparvero alla loro floo domestica. I ragazzi la salutarono, Blaise con un baciamano e Theo con un abbraccio affettuoso e lei tornò al suo libro, pensando che un giorno non le sarebbe dispiaciuto chiedere scusa a Molly Weasley a quattr'occhi.
D'istinto, acciò penna e calamaio.
"Guardate che non vi mangio. Entrate!" Ginny fece cenno ai tre colleghi del suo fidanzato che sembravano cognitivi come tre pesci rossi.
Non aveva ancora capito perché Ron aveva voluto invitarli, ma c'entrava il fatto che recentemente avevano avuto una specie di promozione e volevano festeggiare.
Il piano sembrava essere pranzare tutti insieme, giocare a Quidditch - e ok lei era sempre d'accordo per una bella partita- e poi andarsi a sbronzare al pub.
Theo si abbassò a guardare la roscia, le braccia incrociate. "Sempre accogliente Ginny cara." "Sei così combattiva sempre o è un'accoglienza speciale?" Blaise la squadrò con le sopracciglia alzate.
Ginny aspettò il commento di Draco che però non disse niente. Strano. Lo vide guardarsi intorno come se stesse giudicando l'ambiente e si indispettì. "C'è qualcosa che non ti aggrada?" Lui la fulminò "Il tuo atteggiamento?"
Lei gli mostrò la lingua e se ne andò urlando la loro venuta. Subito Molly Weasley si affacciò. "Oh finalmente siete qui ragazzi, benvenuti!" la signora Weasley li fece accomodare fuori, nel giardino esterno dove aveva messo su con il marito un bel gazebo bianco e una lunga tavolata di legno, pronta per essere imbandita.
Draco si sentiva estremamente a disagio. Che diavolo ci faceva lì?
Ok ,Theo.
Ok ,Blaise..ma lui?
Dannazione, sua zia aveva quasi ammazzato uno dei suoi figli. E lui...beh li aveva maltrattati tutti dai gemelli in giù?
Aveva fatto una canzone su Ron Weasley. Rabbrividì d'imbarazzo. Era veramente stato una ragazzino odioso.
Scosse la testa cercando di darsi un tono e forzando un sorriso di cortesia come se fosse a un gala di sua madre.
Con studiata gentilezza fece passare prima Molly nell'uscio posteriore.
Sembrava un cretino e stava morendo di vergogna.
"Avete sete?" subito un vassoio di limonata si materializzò sul tavolo mentre i ragazzi si presentavano garbatamente.
"Grazie signora Weasley, questa limonata è buonissima"
Theo, perfetto gentiluomo puro sangue, le porse una mano per salutarla appropriatamente e Molly rise, divertita. "Non c'è bisogno cari di questa formalità. Siamo una famiglia alla buona, lo sapete."
Blaise, cresciuto da una matriarca sebbene molto diversa da Molly aveva idee chiare su come come prenderla. "Una famiglia dove ci si diverte, sembrerebbe dai racconti di Ron, Hermione ed Harry." Draco rimaneva impalato, incapace di dire una cosa che avesse un senso compiuto. Tanto, qualsiasi cosa avesse detto, avrebbe peggiorato la situazione.
Che diavolo ci faccio qui? No, seriamente.
"E'- è un bel giardino signora Weasley." cercò di commentare la cosa più neutra possibile, ma si rese conto che qualsiasi cosa avesse detto potrebbe essere stata fraintesa come denigrativa o ipocrita.
Molly Weasley non aveva cresciuto tutti quei figli per niente e sebbene Draco Malfoy fosse stato un ragazzino odioso che aveva molestato quasi tutta la sua prole, anche quella acquisita, notava l'estremo sforzo che stava facendo per non commettere passi falsi. Peccato che sembrasse anche avere una lunga scopa infilata in posti dove non batteva il sole e la sua espressione gentile sembrava estremamente falsa dallo sforzo. Rise, suo malgrado. Il loro giardino posteriore era semplicemente una piana sconfinata dove aveva piazzato un gazebo e una tavola e i suoi figli ci giocavano a quidditch liberi di spaccarcisi le ossa.
"Grazie caro, forse dovrei metterci qualche fiore ma non sono molto portata." Lui deglutì, maledicendo Theo e Blaise per non venirgli minimamente incontro. "Ehm, mia madre ha un bellissimo giardino di rose. Magari tramite Ron potrei farle avere qualche seme adatto al terreno. Sono sicuro che madre sarebbe contenta."
Cosa accidenti dici Draco tua madre se vedesse questa casa le prenderebbe un infarto.
Molly ebbe pietà del ragazzo, anche se si stava divertendo troppo non aveva cuore per continuare a farlo stare sulla graticola.
"Certo Draco, sembra un'ottima idea. Ora però l'unica cosa a cui dovete pensare voi giovanotti e rimpinzarvi come si deve. Il mio Ron mi ha detto che dovete festeggiare una bella soddisfazione e quindi potrei aver cucinato un po' troppo."
Sentì una voce alle sue spalle. "Vi conviene sapere che se mia madre giudica il suo operato "un po' troppo" sarebbe il caso che voi vi facciate crescere un secondo stomaco." Fred Weasley, appoggiato a suo fratello George, li guardava come un gatto che si era appena leccato una ciotola di panna.
Draco, Blaise e Theo si irrigidirono un po'.
Da quei due si potevano aspettare di tutto.
"Tranquilli, Harry ha detto che vi dobbiamo lasciare stare o potremmo rischiare di infrangere non ho capito quale tregua che vi siete dati." il sorriso felino di George però contraddiceva la frase che aveva appena pronunciato.
Fred si girò "Ohi! Ci sono i vostri colleghi!"
"Ti stai divertendo vero?" sibilò Draco già sul punto di perdere la pazienza e andarsene.
"Oh non hai nemmeno idea di quanto Malfoy." Fred si avvicinò. "Si da il caso però che mi sia giunta voce che effettivamente sei diventato meno un furetto fastidioso e più un furetto domestico."
Theo e Blaise si misero sulla difensiva ma una voce li richiamò all'ordine. "Fred ti ho detto che devi fare il bravo."
La voce di Molly Weasley risuonò chiara nelle loro orecchie. "Mamma non ho dodici anni!" "Se continui a provocarli così sì!" la voce veniva da dentro la cucina ma poi la donna uscì asciugandosi le mani sul grembiule, l'espressione bellicosa diretto ai figli.
"Oggi voglio che questi tre ragazzi si divertano, è chiaro?" Li indicò apertamente. "Quindi niente scherzi, niente soprannomi e niente prese in giro. Comportatevi come gli adulti che dite di essere!"
"Abbiamo un negozio di scherzi magici mamma." George sottolineò il concetto per ribadire che non potevano farci molto, ma la donna alzò gli occhi cielo.
"Ne sono ben cosciente, che Merlino me ne scampi."
I gemelli si strinsero le spalle. "Non possiamo vincere contro nostra madre. Sappiate però che la cosa dello stomaco doppio è vera. Abbiamo un incantesimo apposta."
Ron, Harry ed Hermione giunsero al gazebo trafelati. "Scusate ragazzi, stavamo cercando di far salire Hermione su una scopa..."
"...Per l'ennesima volta!" sbuffò Harry "Ron non si arrende al fatto che non ci voglia andare."
Hermione scosse la testa, la miriade di capelli cresposi e ribelli sparati in tutte le direzioni. "Grazie Ron eh? Mi ero pettinata stamattina." Blaise si avvicinò alla sua compagna di squadra torreggiandola e squadrandola quasi severamente. "Ci riproviamo dopo pranzo, quindi ti conviene non contare troppo sulla tua acconciatura signorina."
Lei lo fulminò "Cosa? Ragazzi è domenica, possiamo pensare ad altro? Tipo che so, mangiare? E poi lasciarmi in pace a leggere mentre voi" e indicò tutto il gruppetto. "giocate a quel gioco mostruoso e mi lasciate in pace?"
Un sonoro suono di protesta salì dalla piccola folla, compresa Ginny che era appena arrivata. "Hermione! Mi ferisci il cuore!" mimò drammaticamente mentre si appoggiava a Harry, ridendo.
"Scusa Gin, è più forte di me. Non posso farcela. Ma voi divertitevi eh, io come sempre vi guarderò e farò finta di tifare mentre leggo." Draco non poté non notare quanto Granger fosse rilassata e nel suo elemento. Appoggiata a Blaise a cui arrivava poco sotto la spalla si vedeva quanto i due fossero a loro agio. Del resto dopo tre anni di lavoro insieme avevano una certa confidenza. Draco provò un fulmineo senso di gelosia che lo fece sgranare gli occhi. "Malfoy sei con noi? Hai sgranato gli occhi manco avessi visto un fantasma!"
Grazie Potter, sempre sul pezzo e delicato come un Erumpent in un negozio di cristalli.
Fra le risate alzò le spalle cercando di darsi un tono. "Ho ricordato che martedì ho doppio turno con te e voglio già morire." scacciando ogni pensiero riguardante Granger che lo stava guardando come sempre come se fosse un pezzo di sterco di ippogrifo, cercò di darsi un tono appoggiandosi alla staccionata.
Che era fatta di legno grezzo e che sicuramente gli avrebbe strappato i fili di lana dai pantaloni. Urgh.
Ron scosse la testa. "Non si parla di lavoro la domenica a casa Weasley." le rimostranze fra Draco e Harry erano ormai una pantomima, piuttosto fulminò i fratelli " E questo vale anche per voi due."
"Ma certo Ronniekin" squittirono in coro tenendosi le mani.
Theo guardò i tre passando la testa dall'uno all'altro. "Quindi è questo quello che intendi quando mi racconti che avere fratelli è assolutamente una palla al piede?" disse indicando i due rossi più grandi.
"Ehi ehi ehi" Fred provò a protestare ma Ron confermò "Si si è proprio questo! Gemelli poi, che te lo dico a fare, non si reggono."
La più piccola dei Weasley abbracciò i suoi fratelli più grandi che fingevano una faccia contrita. "Ma poverini i miei fratelloni"
"Ginny sei l'unica femmina dopo tutti maschi, sei viziata schifosamente da tutti, non fai testo." "Tranne da te Ron!" cominciò una litigata, mentre Hermione alzò gli occhi al cielo prese un libro e si mise a leggere in un angolo quieto del giardino. Theo incuriosito dall'atmosfera casalinga andò a chiedere alla signora Weasley se le serviva una mano ma fu rispedito gentilmente fuori e Blaise in realtà affascinato dalle dinamiche familiari seguiva con interesse la diatriba fra fratelli.
Draco si avvicinò a Harry che sorrideva sotto i baffi guardano la sua fidanzata e i suoi cognati che litigavano con Ron. "Sono sempre così?" chiese sibilando. Lui ci stava provando davvero a non fare la merda, ma quella situazione lo metteva a disagio. Come potevano quelle persone mettersi a litigare davanti a degli estranei per di più ospiti?
Fosse successo a un gala Malfoy a sua madre sarebbe scoppiata un'arteria. Non c'era posto per risate troppo scellerate, figuriamoci per litigate da paesani!
"Si stanno solo scaldando" confermò Harry sedendosi sulla staccionata e appoggiando i gomiti alle ginocchia.
"Sono fortunati. E lo sanno. Solo si divertono così." "Fortunati? Per Merlino Potter, io non voglio essere il solito ma questa è una fortuna?" indicò la scena davanti a loro come se stesse assistendo a una lotta fra ghoul. Harry alzò gli occhi al cielo. "Malfoy il giorno che imparerai che non tutto si misura coi soldi…"
"Non sto parlando della casa!" lo azzittì subito. Che comunque è brutta come un cazzotto nell'occhio. "Ma tutto questo casino? Persino Granger si è ritirata col suo libro." "Ahahha Hermione sa che si sfogano così. Dice che il suono delle litigate fa da ottimo rumore bianco per concentrarsi a leggere. E devi vedere quando ci sono Charlie e Bill. E Percy." ci pensò un attimo e rise fra sé e sé. "Certo che quando c'è Percy è esilarante." Draco pensò al più spocchioso dei Weasley che conosceva bene in quanto impiegato al Ministero. "Che succede?" Harry lo guardò, stupito del fatto che fosse realmente interessato ma Malfoy lo invitò col mento a spiegarsi. "E' che di base tutti bullizzano Percy." Malfoy continuava a guardarlo come se gli stesse spiegando l'utilizzo dei dispositivi babbani. "Diciamo che i Weasley sono un branco e a seconda di chi c'è cambiano gli equilibri. Ovviamente quando ci sono i più grandi i più piccoli si coalizzano." e indicò Ron, Ginny e i gemelli. "Ma quando c'è Percy, tutti sono contro Percy." "Che gli ha fatto Percy?" Malfoy non riusciva a capire le dinamiche familiari. "Diciamo che Percy è simpatico quanto te Malfoy."
Lui si indicò "Quindi è esilarante. E intelligente." "Non dire mai davanti a Hermione che Percy è intelligente o potrebbe mangiarti la faccia." "Ah beh starò attento, Granger aspetta solo la scusa giusta per rovinarmi la faccia." Harry rise di gusto. "Dalle tempo. Si abituerà al fatto che sei stronzo solo part time." Draco alzò il naso orgogliosamente. "Non devo dimostrarle niente, inoltre sono molto fiero di essere ciò che dici a tempo pieno, grazie." Harry era sempre molto stupito dal fatto che Draco raramente imprecasse, un damerino compunto in tutto e per tutto. Scosse la testa battendo la mano sulla spalla del compagno, pensando come spesso accadeva che tre anni vissuti forzatamente ogni giorno fianco a fianco avevano fatto più di un miracolo. "Draco, so che odi quando ti do consigli ma dammi retta per una volta: oggi cerca di divertirti. Fra l'altro lo spettacolo lo offrono loro, gratis!" indico bonariamente i Weasley che nel mentre avevano smesso di litigare e al momento stavano cercando di capire quando sarebbe stato pronto. Draco si scostò, incazzato. "Guarda che ci sto provando" lo sguardo accigliato la diceva lunga ma Harry cercò di avere pazienza. Aveva capito che con Draco era tutta questione di tempi e di non metterlo con le spalle al muro. "Senti, posso capire che non ti senti a tuo agio, ma non è rimanendo in disparte come uno che ha una Firebolt infilata in culo che ne uscirai, no?"
La smorfia di Malfoy ogni volta che usava una parolaccia lo piegava in due dal ridere, lo faceva apposta.
"Harry sei proprio un turpiloquio con le gambe certe volte." Malfoy non sospettava che quella frase l'avrebbe detta spesso negli avvenire, dando adito a diversi scherzi su quanto i due sembrassero una coppia divorziata.
Harry alzò le spalle col suo sguardo più innocente e Malfoy sospirò. "Senti l'hai detto anche tu no? Non sono esattamente simpatico. E poi come può volermi a casa sua Molly Weasley? Sa benissimo cosa ho fatto."
Senza scordarci di cosa ha fatto lei. Non che mi lamenti di come abbia mandato all'altro mondo la pazza, ma lo aggiunse solo a mente.
Harry scosse la testa. "Molly e Arthur Weasley sono fra le persone più buone sulla faccia della terra. E' semplicemente un'altra dimensione qui. Una a cui non siamo abituati, fidati nemmeno io dopo tutti questi anni, perché veniamo da mondi completamente diversi. Però per Ron è importante. Per lui la sua famiglia è tutto e se ha voluto te, Theo e Blaise qui è perché si è finalmente arreso all'idea che volenti o nolenti cominciamo a uscirne."
Non c'era bisogno che dicesse da cosa. Uscire dalle conseguenze della guerra. Dai traumi e dal passato scomodo che avevano in comune. Dai conflitti, dalle prese in giro.
Se lui e Harry del resto potevano parlare come persone normali non era certo stato perché un giorno si erano svegliati e si erano trovati magnanimi a vicenda.
Erano stati promossi di grado perché erano riusciti a portare a termine una missione importante e portare a casa un altro Mangiamorte sfuggito alla guerra. Dopo quattro anni ancora giravano diversi rimasugli di Voldemort e sapeva che ce ne sarebbero stati altri. Proprio durante quella missione lui e Ron si erano quasi scannati, per poi parlare apertamente del cattivo sangue fra di loro.
"Almeno vedrò coi miei occhi se è vero che Molly Weasley cucina bene tanto quanto ne parlate voi tre." raddrizzò la schiena indicando Harry, Ron e Hermione, concentratissima sul suo libro. Draco la trovò estremamente buffa in quel contesto, quasi avulsa dal caos. Era anche carina, ma scosse immediatamente quel pensiero dalla testa.
"Draco sembra un'altra volta che hai visto un fantasma" Harry cercò indizi sul motivo ma grazie a Merlino il suo compagno di squadra era inetto a capire le sotto trame per poi Harry si rimettersi in piedi, battendosi la mano sulla pancia. "Mamma mia non vedo l'ora sia pronto! Vedrai che altro che partita di Quidditch dopo pranzo per smaltire ..." Draco accennò un sorriso.
E così fu. Il pranzo era stato un momento di assoluto caos, un momento familiare a cui Theo, Blaise e Draco non erano preparati né pronti. Draco voleva cercare di rimanere il più invisibile possibile, ma non c'era stato verso. Arthur Weasley aveva un modo di fare che metteva tutti a proprio agio, cercando di fare sentire tutti parte della conversazione. Si vedeva che dirigeva come un maestro bande scalmanate di ragazzi da ormai trent'anni. "Quindi Draco tu e Harry siete specializzati in missioni più di fronte? Come pensi che sia la posizione strategica del dipartimento?"
"Papà oggi niente lavoro ti prego!" Ron ricordò la regola parlando a bocca piena e beccandosi un'occhiataccia dalla madre. "Hai ragione! Scusa Draco, oggi è domenica e non dovrei parlarne!"
Lui strinse le spalle. "No, no a me piace parlare di lavoro. Al contrario di qualcun altro." e fulminò Ron che gli mostrò la lingua. "Del resto siamo ancora reclute, ma credo che la linea strategica del dipartimento abbia delle falle."
Blaise e Hermione sbuffarono simultaneamente. "Cosa? che c'è?" "Malfoy sei uno sbruffone. Vorrei vederti fare le strategie del dipartimento!" Lui alzò un sopracciglio. "E mi ci vedrai Granger perché è esattamente ciò a cui punto." passò con un tocco di bacchetta il piatto con da cui si era servito per la seconda volta. Per la barba di Merlino non aveva mai mangiato un arrosto così buono, nemmeno nei ristoranti stellati che aveva avuto più e più modo di frequentare. "E poi tu che sbuffi Blaise? So bene quanto ti piacerebbe essere più spesso nelle missioni di ricognizione e invece ti ritrovi kamikaze Granger alle calcagna sempre pronta a fare esplodere le cose." Harry rise della grossa e anche Ron. Draco si era riscoperto un grande appassionato di storia bellica babbana durante la formazione da Auror e aveva trovato il termine perfetto per descrivere Hermione, cosa che la mandava in bestia.
"Cosa ridete! Guarda Malfoy che io sono una a cui piace stare in prima linea ma so benissimo come organizzare una strategia infatti penso che mi specializzerò in intelligence per gli incantesimo di alto livello. Puoi mangiare la mia polvere, grazie!" "Ma non avevate una tregua?" chiese George al fratello sottovoce.
Ron scosse la testa con un sorriso che la diceva lunga "Non loro due, da quelle parti Hogwarts non è mai passata in prescrizione"
"Ahh ecco"
"Beh mi sa anche qualcos'altro" aggiunse Fred un po' più serio.
Non c'era bisogno di specificare cosa.
La risata benevola di Arthur riportò tutti con l'attenzione su di lui. "E' bello vedere che dei ragazzi cosi giovani siano già cosi impegnati nella loro realizzazione. Sono sicuro che entrambi riuscirete nelle vostre ambizioni." Draco voleva quasi piangere. Come faceva Harry a non sentirsi schiacciato da tutta quella positività? Lui aveva avuto suo padre spingerlo solo verso le sue di ambizioni. Essere un capofamiglia Malfoy, un Mangiamorte, un razzista.
Faceva quasi male guardare Arthur Weasley e rendersi conto, ancora una volta, di che piccolo coglione era stato. "G-grazie." sussurrò appena abbassando lo sguardo. Tutti quasi smisero di mangiare a parte Molly.
"Malfoy hai detto grazie?" chiese Ron stupito.
Draco arrossì come un peperone maturo. "Oddio ma è stata predetta una calamità naturale?" incalzò Nott. Grazie Theo, bastardo.
Lui cercò di coprirsi gli occhi coi capelli e cercare di reprimere l'impulso di andare via e mandarli tutti a quel paese. Ringrazio il training militare che gli aveva insegnato a controllare il suo temperamento capriccioso, ma era davvero difficile in quel momento cercare di non fare una strage.
"Non pensavo che Malfoy potesse avere una sfumatura di colore sulla pelle che non fosse bianco latte." Ginny se la stava godendo della grossa, ma Molly mise fine alla cosa.
"Beh, sicuro se c'è qualcuno che può fare lo stratega a questo tavolo è Draco. Di certo non uno dei miei meravigliosi figli, acquisiti e non, che amano rompersi l'osso del collo" sentenziò la matrona, dolcemente.
"Ehm scusate, vorrei ricordarvi che io sono quella più intelligente, non Malfoy!" Hermione alzò il dito piccata.
"Certo cara, ma sei anche una scavezzacollo da quando avevi undici anni" Molly le mandò un bacio affettuoso dal capotavola.
Hermione annuì suo malgrado, "Beh in effetti…"
"E comunque Granger sono arrivato dopo di te ai Newt e per pochissimo" sottolineò Draco piccato mentre a mente ringraziava gli dei per Molly Weasley, giurando che le avrebbe chiesto scusa in ginocchio.
Si sentì battere la mano sul braccio, mentre l'attenzione veniva portata su altro.
"Prego Draco."
Il pranzo era effettivamente durato tantissimo e Theo Blaise e Draco erano tentati davvero di chiedere ai gemelli l'incantesimo per il secondo stomaco. I tre Serpeverde avevano raggiunto il limite del riempimento, ma Molly aveva continuato a rimpinzarli dicendo che erano troppo magri. La cosa poteva valere per Draco e Theo, che sembravano ancora due spilungoni secchi nonostante l'allenamento da Auror, ma non certo per Blaise che sfoderava un metro e novanta di muscoli. I gemelli giacevano in coma post prandiale su un divano sgangherato appoggiato nel giardino a mo' di salotto esterno, Hermione era raggomitolata con un nuovo libro sulla sua poltrona preferita sotto a un albero, Ginny e Harry erano spariti e probabilmente stavano pomiciando di nascosto mentre Ron era con suo padre a sistemare un aggeggio babbano nello studio.
"Beh, pensavo peggio dai." sentenziò Theo mentre cercava di finire il caffè per svegliarsi dal torpore che il cibo gli aveva provocato.
"Peggio?" Blaise si guardò intorno. "Per Merlino non stavo cosi bene da...parecchio. Abbiamo mangiato come idrovore, siamo in mezzo alla natura e non abbiamo un problema al mondo. Direi che stiamo alla grande per essere tre reietti del programma di recupero del Ministero, no?"
Draco strinse le spalle. "Sei un campagnolo Zabini." e lui per tutta risposta gli mostrò il dito medio.
Ma era vero. Stava effettivamente rilassandosi, incredibilmente, in quel momento sospeso nel nulla cosmico che era la Tana. Guardò la casa. Era brutta, veramente tanto brutta, tutta storta e accroccata e senza un minimo dell'eleganza architettonica che una comune casa magica e non dovrebbe avere.
Però aveva cominciato a comprendere quello che intendeva Harry sulla staccionata. Lui aveva un maniero, un intero gigantesco maniero, e dentro c'erano successe le cose più orribili degli ultimi decenni. Con uno sguardo rubato si concentrò su Hermione, che era presissima dal suo libro nuovo. Si accarezzò il braccio col marchio, come sempre quando ripensava a quei momenti.
Lì invece, c'erano una madre amorevole che comunicava il suo affetto senza problemi., lui aveva dovuto aspettare vent'anni per abbracciare liberamente sua madre.
E Arthur Weasley era tutto ciò che Lucius Malfoy non sarebbe mai stato. Un padre attento. Certo, ingenuo, a volte un po' svampito, e non predominante e leader come suo padre, ma avrebbe fatto di tutto per i suoi figli. Li aveva cresciuti e incoraggiati a seguire i loro sogni e li aveva amati. Vedeva come abbracciava Ron e baciava Ginny senza remore.
Quella casa aveva tutto ciò che il maniero non aveva mai avuto. Risate, libertà, giardini in rovina pieni di amici e limonata. Lui aveva avuto Theo, poi Blaise, che comunque aveva allontanato per parecchio a Hogwarts per rimanere impelagato con due minion come Goyle e Crabb. Rabbrividì pensare a quanto era stato pavido.
Abituato da suo padre a sentirsi più di tutti.
Draco Malfoy. Certo.
Come no.
Si guardò l'anello con lo stemma. e scosse la testa.
Almeno al casa aveva un bellissima visuale sul bosco e, cercando di non pensare più al suo misero passato, provò a bere il suo tè e rilassarsi un po'.
Alle cinque, tutti sembravano tornati attivi e Draco si ritrovò non aveva ben capito come a giocare con Harry a quidditch in squadra.
"Scusa ma perché siamo in squadra insieme? Ok che ero in coma da cibo , ma mi sembra eccessivo."
"Dai dai non rompere. Ti lascio fare il cercatore!" Harry sembrava ansioso di dargli quel ruolo.
"Ma non ho dodici anni, posso benissimo fare il cacciatore." Draco girò la testa, spazientito. Chissenefregava dei ruoli a Quidditch, non gliene importava più da secoli.
"Ti sei infilato in un nido di serpi Potter?" Blaise si ritrovò a girare intorno al suo collega, mentre Theo cercava di rimanere sveglio. "Sono abbastanza certo che vomiterò dalla scopa" commentò laconico scuotendo i boccoli neri.
Harry ignorò il suo collega gigante e insistette " Dai Draco fai il cercatore. L'altra squadra ha deciso che Ginny farà la cercatrice sennò poi sarebbe troppo forte se giocasse nel suo ruolo. E se poi vinco Ginny non mi parlerà mai più"
Un momento di silenzio, poi la realizzazione che fulminò i tre Serpeverde che risero della grossa. "Ah ma quindi Potter hai una paura fottuta di farti battere dalla tua ragazza!" Draco continuava a ridere, seguito da Blaise e Theo.
Le spalle di Harry sembravano stringersi più del solito, lo sguardo corrucciato. "Vabbè non è che la dovete mettere proprio così..."
"Ma è proprio così!" ribadì Theo.
Draco si cambiò posto con Harry in aria.
"Va bene Potter, difenderò il tuo onore dai" concesse con fare magnanimo mentre Harry gli mostrava il dito medio.
Ginny aspettava il fischio di inizio, che avrebbe come sempre dato Hermione prima di rimettersi a leggere indisturbata dalle loro urla.
Era ormai difficile farsi una partita informale a quidditch da quando erano adulti e lei era felice anche se per permettersi due squadre da quattro avevano dovuto adottare tre serpentelli.
Le faceva ancora strano vedere Harry in mezzo a Blaise , Draco e Theo. Non l'aveva visto spesso perché del resto era stato un processo lento ed era la prima volta che venivano alla Tana, ma capiva che ormai il suo fidanzato si era acclimatato. Blaise, quel ragazzo era enorme!, gli aveva passato un braccio intorno alle spalle, mentre Theo lo indicava dicendogli chissà cosa. Draco guardava la scena sempre con la sua aria sprezzante e il sopracciglio alzato ma si vedeva che stava ridendo sotto i baffi.
Era stupita da Draco. Quando Ron le aveva detto che voleva invitarli alla Tana Ginny aveva inizialmente pensato a uno scherzo.
“Ron ma ti sei fumato l’erba medica di Fred?”
“A parte che quella è tutta tranne che medica, e comunque no. Era da un po' che pensavo che avrei voluto che Theo vedesse casa, gliene parlo sempre. E magari con Blaise sarebbe stato più a suo agio. Draco...beh è stata una decisione recente.”
“Guarda che Harry mi ha detto che ve le siete date di santa ragione.”
Il fratello scosse le spalle, come se la questione era stata risolta. “Senti, Draco è sempre una piccola merda ma è meno merda. Ha salvato Harry e mi ha chiesto scusa.”
Lo sbuffo di Ginny era evidente ma si stese sul letto, arresa. “Fai come ti pare.”
“Certo che faccio come mi pare. E pensa, almeno potremo fare una partitella. E’ un po’ che non ti diverti a umiliare Harry no?”
Ginny rise al pensiero di battere il suo fidanzato. “Beh sì, è un po'. Siete sempre presissimi col lavoro, uffa.”
Ron le scompigliò i capelli, fraternamente. “E tu sicuramente fra un po’ passerai a una squadra di seria A e noi ti vedremo una volta ogni morte di fenice.”
“Ma figuriamoci!”
Rimasero sul letto un po’ in silenzio. “Davvero pensi che ci si possa fidare di Malfoy e compagnia?”
“Theo? Garantisco io. Andrete d’accordo. E Blaise è un gigante minaccioso ma in realtà è simpatico. E Draco è...Draco, ma vedrai che capirai tutto vedendolo con Harry. E se lui si fida, noi ci fidiamo no?”
Le annuì convinta.
Certo che si fidava di Harry, più di chiunque altro al mondo.
E ora era lì a divertirsi con i suoi fratelli. Che codardo, Harry aveva lasciato fare il cercatore a Draco per non farsi battere.
"Sei veramente un furetto eh Malfoy! Vieni qui!"
"Se io sono un furetto tu sei una gatta roscia bisbetica!"
Ah sì? Gliel'avrebbe fatto vedere lei se era bisbetica. Certo, quello non era il suo ruolo ma era sempre una candidata alle Holiday Harpies!
Però si stava veramente divertendo. Si, si erano insultati con Malfoy ma sportivamente.
Non era così male.
Del resto aveva detto lei stessa a Harry di provare sopportare Malfoy, ma mica se lo aspettava piazzato dentro casa!
Intravide il boccino, e si punto precisa verso il guizzo dorato.
Non poteva certo perdere!
Come sempre quando si metteva in testa una cosa era quella e non poteva essere altro.
Avrebbe vinto a ogni costo!
Per lei non c'erano partite informali o partite professionali.
C'erano solo le partite.
Ecco, ecco il boccino!
Si fiondò a tutto spiano per poi rendersi conto troppo tardi del tonfo incredibile
Aveva tirato sotto Malfoy, centrandolo in pieno petto con la scopa!
Vide Harry urlare scagliando un engorgio su un materasso malconcio abbandonato nel giardino dei Weasley per far sì che Draco di cascasse sopra, senza schiantarsi al suolo.
Ginny stava morendo dentro.
Malfoy avrebbe pensato che l'avrebbe fatto apposta.
E lei non l'aveva fatto apposta.
Voleva veramente che le cose fra lui ed Harry andassero bene,
L'aveva visto a pranzo con suo padre sembrare quasi una persona normale.
Per Merlino perché era così stupida, perché non riusciva mai a scrollarsi quella competitività di dosso?
Harry subito venne a controllare che stava bene ma lei stava benissimo, era abituata a ben altro.
Le vennero le lacrime agli occhi pensando che aveva rovinato l'unica occasione di Harry e Ron e Hermione di avere una parvenza di normalità nel loro lavoro.
"Oddio Malfoy stai bene?" subito una, due, tre facce si accalcarono intorno a lui, spaesato.
"Non farlo sforzare Ginny dai!"
"Certo che ti sei impegnata eh Gin?"
"Ginny tu stai bene?" Quello era Potter, sicuro.
"Malfoy sei vivo? Vorrei non morissi nel giardino di casa di mia madre…"
C'erano troppi Weasley tutti insieme e si mise una mano sulla fronte.
Auch.
Il dolore al petto era forte, e tossì, cercando di riprendere aria.
"Ragazzi spostatevi!"
Sentì una mano sulla fronte fresca e morbida che lo tranquillizzò per un attimo.
"Forza, evaporate! Harry anche tu! Ginny, tu rimani qui!" controllò velocemente che la figlia stesse bene prima di concentrarsi su Draco, steso a terra sul suo prato.
La sensazione di un centauro imbizzarrito appena passato sul suo petto. Ecco cosa provava Draco Malfoy in quel momento mentre guardava il cielo terso sdraiato sul prato adiacente La Tana.
Lo sapevo che non sarei dovuto venire.
"Draco riesci a sentirmi?" lui annuì cercando di prendere fiato e indicandosi lo sterno.
"Penso di.." voleva dire qualcosa ma sentiva che l'ossigeno nei polmoni non voleva collaborare. "Si penso che tu ti sia fratturato lo sterno povero caro. Ginny come hai fatto stavolta?"
"Stavolta?" provò a sussurrare lui producendo un suono stridulo.
Molly Weasley lo fece stendere mentre con grazia preparava l'incantesimo per riformare le ossa. "No Malfoy, te lo giuro, sarai anche uno stronzo ma non volevo certo spaccarti le ossa. Cioè almeno non oggi"
"Ginny, non dire parolacce!" mentre continuava a castare l'incantesimo su di lui continuava a tastare la figlia con l'altra mano "Tu sei apposto, hai solo qualche graffio, forza vai a farti medicare da papà" la mandò via con un bacio e una pacca sulla coscia, sollevata mentre con gentilezza incantava il petto di Draco.
Lui suo malgrado rise, tossicchiando un paio di volte. Le mamme erano del resto un po' tutte uguali.
"Tranquillo Draco, non è la prima volta, né l'ultima credo purtroppo, che qualcuno si rompe qualcosa a casa mia giocando a Quidditch. Mi dispiace che tu ti sia fatto male, proprio oggi poi. Non l'ha fatto apposta Ginny, davvero." sembrava sinceramente preoccupata che potesse pensarlo. Lui fece cenno di stare tranquilla alzando le dita in segno di ok e cercando di sorridere, per quanto lui che sorrideva sinceramente era l'equivalente di vedere l'espressione di qualcuno preso a farsi un clistere. Maternamente, gli accarezzò i capelli. "Tranquillo, fra poco starai bene. Sono un'esperta in questi incantesimi, e non è una frattura profonda. Ho controllato." sapeva che sarebbe rimasta qualche minuto così quindi continuò a parlare. "Sai sono molto contenta che oggi tu e gli altri ragazzi siate qui. So Che Ron non permette a molti di avvicinarsi e su alcune cose è ancora un po'…stretto di vedute. Ma io sono contenta che lavoriate insieme. Solo così potremo veramente sperare che la vostra generazione potrà costruire un futuro migliore." il dolore stava diminuendo e si sentì in grado di spicciare qualche parola. "Anche io...sono...contento. Di essere qui dico. Grazie signora Weasley. " provò ad alzarsi ma lei lo fece rimanere giù. "Stai buono, che manca ancora un po'… Mica posso rimandarti a casa da tua madre conciato così, cosa penserebbe?" "Che suo figlio si è divertito, oggi." lei rise.
"Oggi ho ricevuto una lettera da tua madre, mentre vi aspettavo." Draco ebbe paura per un attimo che sua madre potesse averlo messo in imbarazzo ma Molly sorrise contenta. "Mi ha chiesto che vorrebbe prendere un tè. Per parlare da madre a madre. Pensi che potrebbe essere un problema Draco?"
Lui scosse la testa. "Si si ero serio prima quando dicevo che che le potrebbe dare dei consigli per il giardino, ha rose bellissime." arrossì. "Cioè detta così suona male, intendevo…" Molly rise della grossa. "Certo ragazzo che si vede proprio quanto ti impegni a non essere antipatico. Sta tranquillo. Sono una mamma, non Hermione."
"Cioè?" si mise sulla difensiva, pensando di aver fatto trapelare qualcosa, ma non sapeva neanche bene lui cosa dato che era confuso sulla Granger.
"Non sono più una ventenne, so bene quello che stai provando a fare. Non è facile cambiare Draco. Per nessuno di voi" fece cenno di aver finito e controllò tastandolo che fosse tutto ok prima di dargli una bonaria pacca sulla spalla.
"Senti male?"
"No no grazie." sedette e si tastò il petto, tornato come nuovo in pochissimi minuti. Non sentiva dolore , c'era rimasta solo la camicia sgualcita a testimonianza dell'impatto." Wow, nemmeno Madame Pomfrey era così rapida…" Si alzò e aiutò la donna ad alzarsi, galantemente, e le tenne la mano mentre aspettava che si sistemasse il grembiule sul vestito. "Eh, ho avuto modo di fare degli incantesimi un po' particolari!" alzò le spalle come se niente fosse.
"Signora Weasley...grazie. Io...vorrei comunque...chiederle scusa. Per tutto." lo sguardo era basso, l'ennesima scusa, l'ennesima ammenda, ma faceva sempre male ammettere di avere avuto torto marcio per la maggior parte della sua vita.
"Scusa accettate. Benvenuto nella mia famiglia, Draco."
Quando tornò dai suoi compagni sembravano tutti abbastanza preoccupati, Ginny aveva una bevanda in mano e sembrava sconvolta.
"Ehi roscia, spero proprio che ti prendano alle Holiday Harpies. Il piglio c'è tutto." le fece l'occhiolino e sembrava più o meno che avesse un tic all'occhio ma tutti apprezzarono lo sforzo, tirando un sospiro di sollievo. Harry era già pronto a prendere e battersi con Draco, con o senza tregua, ma aveva dato l'impressione di essere tranquillo. Theo e Blaise erano tesissimi, pronti a dover scegliere come placare gli animi e Ron era già innervosito. Hermione non si era sforzata di provare pena per Malfoy, già dando per scontato che avrebbe dato prova della sua tipica espressione da "Mio padre lo verrà a sapere."
Tutti avevano evidentemente pensato il peggio, ma Draco se lo aspettava. Tre anni fa, sarebbe rimasto ferito e avrebbe fatto una scenata. Ma non voleva essere più un ragazzino. Voleva essere un uomo. Cambiare.
"Certo che la Signora Weasley ve ne deve aver ricucite di ossa per essere così brava in certi incantesimi…" guardò con aria sardonica i gemelli, Ron e Ginny che scoppiò a piangere aggrappandosi alla sua giacca.
"Ehi ehi roscia, che ho fatto?" guardò attonito Ron e Harry con un'espressione che gridava silenziosamente "Io ce l'ho messa tutta eh." ma i due erano tranquillissimi.
Harry carezzò con qualche colpetto la testa della sua fidanzata piangente aggrappata al suo . "Era preoccupata, è un po' emotiva!" aggiunse Fred ridendo mentre George annuiva. "Aveva paura di aver fatto scappare il suo nuovo furetto domestico"
"Ho detto che solo tu potevi dirlo, non tutto il clan" protestò Draco a Ron con un sibilo che prometteva una ripicca. Si pentì quasi di avergli permesso di poterlo insultare così dopo la loro ridicola rissa.
"Smettetela di parlare come se non ci fossi!" si asciugò inelegantemente le lacrime col braccio mentre tornava a guardare Malfoy. "Però hanno ragione. Avevo paura di aver rovinato tutto."
Draco si appoggiò a Blaise e poi guardò Theo che annuì come se avessero parlato e per un attimo sembrò di vederli tornati a essere i tre Serpeverde odiosi che avevano conosciuto. "Roscia, guarda che vogliamo la rivincita."
Hermione guardava la scena un po' sconcertata. Perché tutti si facevano fregare da Malfoy? Era palese che fosse falso come una banconota da tre galeoni. Quantomeno Ginny non piangeva più, quindi contenti loro, contenti tutti. E lei? Figuriamoci, era solo sollevata che Malfoy non si fosse spaccato seriamente, sennò Harry si sarebbe lamentato tutta la settimana e loro sarebbero stati costretti a coprire anche il turno di Malfoy. Certo vedere Malfoy sforzarsi di essere un essere umano e addirittura fare l'occhiolino era qualcosa che avrebbe infestato i suoi incubi.